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Fonte: Op. cit. infra
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Oneglia, 24 Dicembre 2000
CARO LIBERO,
grazie molto per il dono bello e dolce! Ed io, come ti avevo promesso,
trascrivo alcune delle notizie curiose che avevo stralciato da “la
Lima”, qualche anno fa quando studiavo le vicende di
Giacinto Menotti
Serrati.
Non posso naturalmente tracciare tutta la storia, di grande interesse,
del settimanale socialista di Oneglia. Voglio solo ricordarti che è nato
un anno dopo la fondazione a Genova (1892) del Partito Socialista: il
primo numero de “la Lima” porta la data del 4 giugno 1893!
I promotori sono stati quel gruppo di giovani professionisti, per lo più
avvocati, di famiglie “risorgimentali”, che allora abbracciarono gli
ideali socialisti nel nostro ponente ligure: Canepa, Gandolfo, Rossi,
Raimondo, Bruno, ecc.
Il nostro Giacinto Menotti
Serrati -
nel '93 era un ventenne alla ricerca di un mestiere perché la morte del
padre lo aveva costretto ad abbandonare gli studi - fu tra i primi
entusiasti collaboratori e continuò a scrivere su “la Lima” sempre,
anche quando divenne direttore (alla fine del 1914) de “l'Avanti”.
[...]
La prima notizia significativa che ho trovato è sul numero del 21
settembre 1912: una lettera di mio padre, Antonio Natta, sul prezzo
delle carni, con una replica de “la Lima”, che naturalmente li riteneva
troppo alti!
Mio padre ricompare tra gli abbonati del 1913. (Tra parentesi: negli
anni tra la guerra di Libia - 1911 - e la guerra mondiali - 1915 - “la
Lima” è di grande interesse per gli articoli di Serrati e di Mussolini,
ed anche per la polemica tra i due, e per l'attività politica e
giornalistica di nuovi personaggi, come gli avvocati Nino Bruno, Secondo
Gissey, ed anche di Orazio
Raimondo, che è eletto deputato, il primo deputato socialista della provincia, nel 1913, nel collegio di Sanremo.
Il nome di tuo padre - Nicola Nante - compare nel numero del maggio 1914
nel quale si dà notizia del congresso del Psi (26/28 aprile) in cui si
discute il problema della massoneria, e viene espulso, per iniziativa di
Mussolini, proprio il famoso deputato di Sanremo Orazio Raimondo. Ecco
l'esito della votazione: favorevoli alla espulsione dei massoni 27.398,
per la compatibilità 1.819, per non occuparsi del problema 2.485! La
sezione di Oneglia aveva dato mandato al delegato Nicola Nante di
disinteressarsi alla Ponzio Pilato della questione.
[...]
Nel numero del 6 febbraio 1915 c'è il resoconto del comizio di Orazio
Raimondo (interventista) - con il titolo “Il concerto di lunedì” - in
cui si racconta che prima che Raimondo cominciasse a parlare si levò un
grido: «La parola a Girella!». Nei racconti che ho sempre sentito, in
casa mia, a pronunciare nel teatro quella battuta sarebbe stato proprio
Coluccio Nante!
Il numero del 3 luglio 1915, sotto il motto “Frangar non flectar”,
cominciano le sottoscrizioni del periodo bellico: nell'elenco ci sono
tutti i socialisti onegliesi!
[...]
Ma riprendiamo con le notizie di cronaca.
Nel 1917 l'abbonamento a “la Lima” costava tre lire; quello sostenitore
cinque lire. In questo periodo bellico “la Lima” è spesso vittima della
censura; a volte l'intero numero è oscurato. E alla censura si aggiunge
la mancanza di carta.
Ma nel numero del 17 marzo un trafiletto in prima pagina porta questa
notizia: «Mentre stiamo per andare in macchina i giornali recano che un
gran moto rivoluzionario è scoppiato in Russia e che… lo Zar Nicola ha
abdicato».
È l'inizio della rivoluzione.
Anche “la Lima” è costretta, non per la questione della carta, ma per
stretta contro i pacifisti, ad interrompere le pubblicazioni, dal 26
maggio 1917 fino a tutto il 1918.
Riprende con il primo gennaio 1919 con un saluto augurale di F. Rossi
che tra l'altro scrive: «Non dimenticate... un giusto orgoglio. È quello
d'aver avuto tra voi, per molti anni, G. M. Serrati: scrivete nel primo
numero, nella prima pagina, nella primissima linea il suo nome e
avanti!».
Il motivo di questo così solenne omaggio è che
Serrati,
direttore de “l'Avanti!”, e in sostanza capo del Partito socialista, è
stato arrestato nel 1918 e processato per i moti di Torino -
manifestazione nel 1917 per il pane con molti morti - e condannato.
Da molti mesi è in carcere (lui penserà che tutta questa storia sia
stata una manovra di V. E. Orlando, capo del governo per colpire l'ala
più intransigente del Psi) e dal carcere Serrati uscirà solo ai primi di
marzo. Verrà il 13 marzo ad Oneglia, da trionfatore, e sarà accolto da
una grande manifestazione popolare sul Rondò, dove parlerà da una
vettura l'avvocato Nino Bruno e risponderà il nostro G. M.! “La Lima”
farà un resoconto commovente, che io ritengo sia stato scritto da
Nanollo Piana.
[...]
Comincia la stagione accesa della battaglia aperta, del grande successo,
nelle elezioni politiche del 1919, del Psi, delle grandi speranze, e
anche delle molte illusioni; e prende avvio anche la lotta via via più
aspra con i fascisti (è dell'aprile 1919 il primo assalto e la
devastazione de “l'Avanti!” a Milano).
Nel numero del primo maggio 1919 “la Lima” pubblica un articolo straordinario di Virgoletta (certamente Nanollo Piana) [...]
In questo articolo vengono ricordati alcuni compagni: «Gli anziani
Agostinetto Berio (ferrea dili- genza) … il serafico Manlio … Narduccio
sempre in faccenda … Felicino Musso (il miracolo del primo avanzo di
cassa!) Coluccio Nante (disastro) Massobrio (il tipo del miglior
amministratore) …».
Li riconosci questi nomi? Berio, detto “u roudon”, era un barbiere, e
sarà anche sindaco socialista, dopo Piana, di Oneglia nel 1922; Manlio
Serrati, fratello di G. Menotti e padre del medico Bruno; Narduccio è
Dulbecco che sarà nel 1921 il capo dei comunisti; Musso, sindaco
socialista di Castelvecchio, poi pasticciere sotto i Portici, e infine
costretto all'esilio in Francia e in Spagna, con i due figli Ornella e
“Sumi” che avrai conosciuto, penso, nella Resistenza; Massobrio il
barbiere.
[...]
Nel numero del 29 giugno vengo immortalato anch'io: «Sottoscrizione pro
“Lima”: trovato dal bimbo Alessandro Natta L. 1 (avevo 18 mesi!!). Ora
comincia la propaganda per la solidarietà con la Russia e cominciano
anche le discussioni e i contrasti dentro il Psi, tra massimalisti e
riformisti e tra le diverse tendenze del massimalismo.
Nel numero del 6 settembre 1919 compare - mi sembra per la prima volta -
il termine “fascista” e nella sottoscrizione quello del mio futuro
cognato Zanetta Tomaso L. 1 (mia sorella Teresita, invece, sottoscriveva
L. 5: ma lei era la figlia di Tugnen il macellaio, e lui un povero
operaio, di Renzetti…).
[...]
Ma ora siamo ancora al 1919, e alla cronaca onegliese.
A settembre viene fondata la sezione fascista da Agostino Scarpa, un ex sindacalista, passato dall'altra parte.
A ottobre muore Francesco Ughes (“Pacichen”), che era stato al domicilio
coatto alle Tremiti e a Porto Ercole, pioniere del socialismo.
Al congresso di Bologna, in ottobre, il capo acclamato del Psi è senza dubbio G. Menotti
Serrati, e
Bordiga
appare come un leader tra le giovani generazioni. Hanno vinto i
massimalisti elezionisti, ma nell'unità del partito. E tutti, da Serrati
a Turati, sono favorevoli all'adesione alla Internazionale comunista
appena fondata da Lenin. E Serrati dà il via alla pubblicazione di una
nuova rivista, con il titolo chiaro ed emblematico: “Comunismo”.
Nel numero de “la Lima” del 17 ottobre viene pubblicata la lista dei
candidati del Psi alla Camera, in perfetto ordine alfabetico: Abbo
Pietro, poi c'è Marco Donzella (di Sanremo) e ancora Serrati Carlo
Lucio.
L'esito delle elezioni del novembre segna un successo clamoroso del Psi
(160 deputati), del Ppi (103 deputati), poi distanziati 14 Repubblicani e
23 Riformisti! I giolittiani, i fascisti, i democratici monarchici di
tutte le risme sono [...]
In Liguria sono eletti: i socialisti Abbo, Rossi, Binotti, Bacigalupi,
Serrati Lucio, Riba; i popolari: Cappa, Agnesi, Boggiano, Zunini; i
democratici: Celesia, Guida; i ministeriali: Casoretto, Cerpelli, Poggi e
infine Giulietti per il Partito del Lavoro e Macaggi per i combattenti.
Per queste elezioni Natta Antonio sottoscrive 20 lire e sottoscrivono
anche Teresa Natta e Pietro Natta; e Coluccio Nante - tieniti forte -
sottoscrive 500 lire: una cifra enorme che non credo di aver trascritto
male, né che “la Lima” abbia cambiato un 50 in 500! Ma ormai è fatta. In
compenso nel numero del 28 novembre “la Lima” annuncia il matrimonio di
Coluccio Nante e Nannina Forlino.
Il 1919 si conclude - dice sempre “la Lima” - con una mascalzonata
nazionalista: l'aggressione a Roma, a dicembre, dei deputati socialisti
Abbo, Serrati, Murari, Bellagarda, Romita.
Nel 1920 l'abbonamento al settimanale diventa di 6 lire, un numero costa
20 centesimi, ma cresce anche la solidarietà, e in ogni elenco è
presente con somme notevoli Nante Nicola, ed anche Natta Antonio, tanto
che mi sono domandato se in quegli anni ci fosse ad Oneglia qualche
altro socialista che si chiamava Natta Antonio (e forse sì!) e se quel
Nante Nicola fosse proprio Coluccio!! Di altri socialisti che ho ben
conosciuto, come Romolo Crivelli, anche lui generoso, non posso dubitare
perché di Crivelli ad Oneglia c'era solo lui.
[...]
Il 23 luglio su “la Lima” c'è la notizia dell'incendio de “l'Avanti!” a
Roma: “l'Avanti!” allora aveva tre edizioni - Milano, Torino, Roma - ed
era uno dei quotidiani di maggior prestigio e diffusione.
Nello stesso numero è rilevante che il Circolo Giovanile socialista
indichi tra i sottoscrittori del prestito comunista: Ughes Gaetano,
Natta Pietro, Zanetta Tommaso, Senardi Stefano, Troni Giovanni, Amoretti
Riccardo, rag. M. Valentini: saranno tutti ben noti!
Ed anche Natta Antonio sottoscrive, la settimana successiva, due
cartelle: ed io mi interrogo sempre se si tratta proprio di mio padre
(mentre non ho dubbi su Teresa e Pietro Natta, che sono mia sorella e
mio fratello, su Tommaso Zanetta, mio futuro cognato).
Ad agosto a Giovanni Perasso viene data per appalto la gestione del
teatro Umberto, per il 1920/’21. E dal numero de “la Lima” del 27 agosto
si apprende che Nante Nicola era il presidente della Cooperativa
Sociale di consumo.
[...]
Il 10 settembre c'è l'annuncio della occupazione delle fabbriche, che
non avrà un esito positivo. E la notizia del matrimonio con rito civile
di Romolo Castagno e Rosa Persico.
[...]
A novembre sarà memorabile, sia al teatro Umberto che al Cavour, la
celebrazione del terzo anniversario della rivoluzione. Parleranno Piana,
e poi Menotti Serrati, che è stato a Mosca al secondo congresso della
Internazionale comunista, dove ha discusso in modo aperto con Lenin.
Serrati al suo ritorno ha detto (come riferisce “la Lima”, con il
linguaggio tipico dell'epoca e di Nanollo): «Le verità più crude ma
anche più sante…».
Lui, il difensore primo della Russia e della rivoluzione, ha parlato
delle condizioni drammatiche, delle difficoltà enormi, della guerra
civile con cui i comunisti russi sono alle prese, ed anche dei punti di
differenza e di contrasto tra gli orientamenti dell'Internazionale e le
posizioni che sono proprie di Serrati e che egli sosterrà tenacemente
fino alla tragica rottura, nel congresso di Livorno del gennaio 1921,
proprio nel campo del massimalismo, tra Serrati e il grosso del partito
socialista e i suoi allievi, Bordiga, e il gruppo torinese di Gramsci,
Terracini, Togliatti, che daranno vita al partito comunista. Anche su
“la Lima” è venuta accendendosi la discussione tra le diverse tendenze;
e, anche se il settimanale è chiaramente sulle posizioni di Serrati, non
mancano gli interventi che possiamo definire “bordighiani”.
[...]
Ora però, negli ultimi mesi del 1920, compaiono articoli con la firma “Vladimiro”, a nome del “Circolo Giovanile socialista”.
Non so chi c'è dietro questo nome leninista (forse Leonardo Dulbecco?),
ma so che ci sono i “bor- dighiani” che nel 1921 andranno nel partito
comunista, e tra loro mia sorella Teresita e mio fratello Petruccio, e
così io avrò la guerra in casa perché Zanetta, divenuto mio cognato,
resterà fedele sempre a Serrati. Anche Piana e Nante continueranno a
seguirlo fino a Livorno, ma non molto oltre perché in loro prevalse, e
per sempre, l'anima del riformismo.
In crisi però non è solo il campo della sinistra, ma anche quello della
democrazia liberale, che passa da un governo all'altro - da Orlando a
Nitti, da Nitti a Giolitti. Nell'aprile del 1921 viene sciolta la
Camera.
Alle elezioni sono presenti le liste dei socialisti (ancora Abbo e Lucio
Serrati), dei comunisti (credo Dulbecco), nello schieramento dei
liberali e fascisti c'è il generale Asclepia Gandolfo; e si presenta
anche il democratico Giacomo Molle, che “la Lima” prende un po' in giro
(«così giovane e già commendatore»).
Verso la fine di aprile, la campagna elettorale viene funestata ad
Oneglia da un tragico incidente nel corso del comizio di A. Gandolfo e
Coda e del contraddittorio di Dulbecco e in attesa del discorso di Nino
Bruno. Pare vi sia stata qualche provocazione dei fascisti, o comunque
qualche intemperanza dei campi opposti, che determinò un intervento
della polizia, che sparò ed uccise Maurizio Gorlero, uno di Porto
Maurizio, che non era né fascista né socialista.
Questo episodio sensazionale che “la Lima” raccontò in due pagine - «La
tragica domenica di sangue: la punizione contro Oneglia rossa…» - entrò
nell'immaginario collettivo e famigliare, ed io l'ho sentito rievocare
tante volte che più tardi mi sembrava di averlo vissuto!
Naturalmente ci furono gli strascichi polizieschi e politici: la
chiusura, ancora una volta, del “Caffè del Popolo”; l'arresto per alcuni
giorni dell'avvocato Nino Bruno; le polemiche dure contro i fascisti
“colti”, i ragionieri Emilio Varaldo, Carlito Muratorio (mio cugino),
Granara e, come diceva, “simili”.
Intanto l'avvocato Molle veniva escluso dalla lista del blocco
giolittiano e il generale Gandolfo era chiamato in causa anche lui per
l'incidente del Rondò.
L'esito delle elezioni fu sorprendente, in particolare per la tenuta del
Psi, ed anche dei popolari. Nella nuova Camera entrarono 125
socialisti, 16 comunisti, 7 repubblicani, 107 popolari, 20 fascisti, 252
deputati del “minestrone” liberaldemocratico conservatore, e 8 tedeschi
e slavi.
Ma in Liguria i “rossi” restarono forti, risultando eletti: Abbo,
Baratono, Binotti, Faralli, Rossi, socialisti; Graziadei, comunista;
Canepa Giuseppe, autonomo; quattro popolari e sei rappresentanti del
Blocco. Poi Faralli risultò non eletto e il seggio toccò invece al
popolare onegliese Agnesi. Il generale Gandolfo venne “trombato” e preso
in giro da “la Lima”, ma fece in tempo, prima di scomparire
prematuramente nel 1926, a fondare la milizia fascista!
È presente come sempre “milite devotissimo e disciplinato”, ma con la
sua fede cocciuta ed intransigente, anche Menotti Serrati. Lui
scomparirà nel maggio del 1926. Ma ad Oneglia i suoi compagni, i
“terzini”, così erano chiamati, da Pietro
Abbo a Goffredo Alterisio, da
Gaetano Ughes a Menicco
Amoretti, a Tommaso Zanetta saranno il nerbo del
Pci e i suoi dirigenti di prima fila nella
Resistenza, nella lotta di
Liberazione e poi nella rinascita dell'Italia.
[...]
“La Lima” si consente gli ultimi sfoghi contro le imprese criminali dei
fascisti; e con le affermazioni incredibili (allora, ma anche oggi a
rileggerle) di Ivanoe Bonomi, che aveva detto: «Il fascismo è nato per
affermare i valori spirituali della nostra razza» e che “la Lima”
bollava definendolo «pagliaccio e sanguinario come tutti i transfuga».
Siamo a dicembre del 1921.
Non c'è ancora il senso della sconfitta, anche se le preoccupazioni
diventano sempre più acute e assillanti - ma intanto continua la
sottoscrizione, e all'Umberto I si svolge, prima di Natale, la veglia
rossa: «Dopo mezzanotte canta applauditissimo alcune romanze il
dilettante baritono compagno Zanetta!».
L'abbonamento per il 1922 è salito a 10 lire.
“La Lima” continua imperterrita la sua battaglia: ricorda a tre anni dalla morte Rosa Luxembourg
[...]
Ad aprile appare tuttavia un rimprovero esplicito di Serrati che scrive:
«“La Lima” da qualche tempo è un giornale del più puro riformismo, che
si rifiuta persino di pubblicare il pensiero della Direzione».
Seguono, naturalmente, spiegazioni e giustificazioni, ma è vero che il
settimanale socialista viene perdendo il tono vigoroso, e si fa via via
più scialbo.
E intanto anche ad Oneglia i fascisti fanno nuove reclute, in tutta
Italia si fa più duro e distruttivo l'attacco dei “nuovi Unni” alle case
del popolo, alle sedi delle Camere del lavoro, dei giornali, dei
comuni; e ai militanti della sinistra.
Anche lo sciopero di agosto non riesce ad arginare la marea montante.
Ad Oneglia e a Porto si tengono nei teatri due comizi, nei quali parlano
Nanollo Piana, Abbo, Nino Bruno, Ericario, Lucio Serrati, Alterisio.
Ma a Castelvecchio i fascisti distruggono il
monumento ai caduti che portava l'iscrizione «Guerra al regno della guerra».
[...]
Ma le sconfitte non sono mai corroboranti, e le rinascite esigono tempi lunghi e sforzi inauditi, eroici.
Per il momento il fascismo, «sorto tra le simpatie e sotto gli auspici
di tutte le gamme più svariate del padronato italiano», va all'assalto
del potere. Ad Oneglia anticipa: sotto i colpi del manganello cadono ora
anche i popolari; anche Lucio Serrati viene aggredito da una squadra,
guidata da “Sciguretta” (Ardoino).
Nel comune l'amministrazione socialista di Piana e poi di Agostino
Berio, sistematicamente oggetto di critiche e attacchi furibondi per la
politica fiscale da parte di tutti “i signori”, viene messa in mora ad
agosto con l'invio di un commissario e a settembre si dimette la giunta e
si scioglie il consiglio comunale.
È la fine. Anche per “la Lima” che chiude la sua grande e gloriosa vicenda con l'ultimo numero del 30 settembre 1922.
CARO LIBERO,
mi sono fatto prendere la mano e, anche se ho cercato di tenermi alla
cronaca e di lasciare da parte la grande politica, ho finito per non
resistere alla rievocazione sommaria delle vicende grandi e drammatiche
vissute dai nostri vecchi nei primi venti anni del XX secolo!
[...]
Io sento assai forte l'orgoglio per ciò che le forze di sinistra - i
comunisti e i socialisti - anche attra- verso tante traversie e
contrasti, sono riuscite a fare nell'ultimo cinquantennio.
Ed oggi il mio auspicio più schietto, insistente e grande, è che si
riprenda con chiarezza e vigore la via dell'unità e del socialismo.
Non so se mi perdonerai di avere trasformato un ricordo e un omaggio per
Coluccio, per Nanollo, per mio padre e i miei in questa pappardella.
E non me la prenderò se non riuscirai a leggerla interamente.
tuo
SANDRO NATTA
Alessandro Natta (1918-2001), in
PAGINE NUOVE DEL PONENTE, bimestrale di politica e cultura, Imperia,
ANNO III n. 4 - luglio-agosto 2001