Ventimiglia (IM): un treno regionale francese in partenza dalla stazione ferroviaria |
Adriano Maini
Ventimiglia (IM): un treno regionale francese in partenza dalla stazione ferroviaria |
Adriano Maini
Nizza: Marché aux fleurs, Boulevard Jean Jaurès. Fonte: Rachel Koin |
Forse rimarrà ancora a lungo tale il mistero del luogo più preciso dove
vennero massacrati dai nazifascisti, ma grazie alla tenace insistenza di
un appassionato ricercatore della Val Roia francese, Christian Marchisio,
vengono nuovamente oltre frontiera in qualche modo commemorati a
distanza di quasi ottant'anni dalla loro tragica sorte due abitanti di
Triora, uno dei quali, per i criteri dell'epoca, decisamente anziano,
entrambi trucidati per rappresaglia.
Nella banca dati dell'Istituto
Ligure per la Storia della Resistenza e dell′Età Contemporanea "R.
Ricci" Francesco Lanteri (nome di battaglia Stella) e Giobatta Lanza
(nome di battaglia Marco) vengono ricordati come fucilati il 30 giugno
1944 a Cima Marta.
Foto: Christian Marchisio |
Quanto riportato nei libri sulla Resistenza Imperiese e nella lapide (valorizzata dal meritevole sito Pietre della memoria e che indica Lanteri e Lanza, invece, quali caduti civili) in Piazza Bronda a Triora non fa luce sui motivi scatenanti la rappresaglia che costò loro la vita.
Adriano Maini
Camporosso (IM): la provinciale di Val Nervia poco oltre la vecchia distilleria |
Imperia: il campo di atletica al Prino |
A
saperli cogliere, ancora oggi ci si può lasciare inebriare dai profumi
intensi delle jacarande quando queste iniziano a sfiorire: di
particolare forza quanto capita in proposito in Via Romana a Bordighera
sopra il Giardino Monet. Questa esperienza, invece, viene ormai da lungi
impedita, come hanno sottolineato anche personaggi illustri, per i
pitosfori, pur molto numerosi nella zona intemelia: un fenomeno negativo
che non tutti i commentatori hanno colto, forse perché tipico della
Liguria.
Gli aromi di caffè appena tostato erano sino a poco tempo fa una costante in tutto il Paese. Il ponente ligure conferma tuttora in larga misura la tradizione, ad esempio in Piazza Dante ad Imperia ed in Via Fiume a Sanremo. Ma é uno scomparso esercizio di Via Prè a Genova che ha ricevuto di recente gli onori del ricordo indiretto da parte di una brillante penna - forse ignara del fatto che allo stato attuale non troverebbe più riscontro per la sua memoria - di una ex studentessa universitaria degli anni Sessanta sul blog di Chiara Salvini: "Con tutto ciò, devo dire che quello che amo ancora di Genova è il profumo del caffè che si respirava nei suoi vicoli: quando uscivo dall’ambiente polveroso dell’Università di via Balbi andavo a Principe attraversando via Prè e lì c’era la Genova che mi piaceva: mi piace De André perché ha amato e cantato quella città, per tanti versi inospitale". Non sarà del tutto fuori tema sottolineare, a questo punto, che furono clienti assidui della torrefazione di Via Prè tanti ferrovieri del personale viaggiante che prendevano servizio alla stazione di Ventimiglia.
Adriano MainiVallecrosia (IM): la zona del rio Rattaconigli, al confine con Bordighera, teatro di molte operazioni del Gruppo Sbarchi |
Adriano Maini
Ospedaletti (IM): Villa Cicalina |
Della signora, già famosa attrice del cinema, è d'uopo anticipare che era ormai vocata a intensi impegni in teatro, ma ancora lontana (come invece per lei sarà decenni dopo) ad essere se non musa, sodale di diversi intellettuali, tra cui, ad esempio, Carmelo Bene, ed a fare rifulgere la sua intelligenza in altri memoriali che non fossero "I Coetanei" (la cui pubblicazione fu occasione galeotta per farle conoscere Calvino), lavori nei quali tornerà sulle singolari vicende del marito, Sandro Contini Bonacossi, protagonista a pieno titolo della Resistenza, ma anche co-erede di uno straordinario patrimonio artistico, la cui dissoluzione venne indagata con occhio lucido, dopo la sua tragica scomparsa, dalla moglie.
Per giunta spicca in quel lontano frangente un singolare aneddoto.
Un giovane fotografo di Sanremo, destinato di lì a breve a diventare apprezzato e famoso - seguendo le orme del padre e di un nonno - , era stato convocato in quella casetta per scattare immagini di manufatti artistici realizzati dall'ex diva dei "telefoni bianchi": fece brevemente capolino da dietro una tenda Calvino, vero ligure dal carattere schivo, sì, ma che non poteva non essere riconosciuto da un abitante della città dei fiori, oltrettutto amico di tanti amici dell'ex partigiano Santiago.
Adriano MainiErano altri tempi certamente, di ben ridotto progresso
tecnico e materiale rispetto al presente, ma tali da lasciare
accontentare i più piccoli con poco: si provi a pensare a quale ridda di
emozioni si sarebbero scatenate decenni fa se fossero già stati
presenti quei colossi che sono le attuali navi da crociera!
Una
distinta signora, già bambina slovena imbarcata nell'immediato secondo
dopoguerra da Genova con la famiglia alla volta dell'Argentina, racconta
tuttora della perdurante emozione di quella partenza poco a levante
della Lanterna alle figlie, in particolare alla ragazza trasferitasi da
tempo nel Bariloche, la quale, conoscendo l'italiano, ha trasmesso
dialogando via email ai cugini liguri questa intensa memoria.
Non
c'era ancora la sopraelevata, quando più di adesso famiglie in gita a
Genova non mancavano di farsi ritrarre con il porto alle spalle quale
prezioso ricordo.
L'importante infrastruttura, che tale è anche se
rappresenta un vero ingombro visivo sullo scalo, fa dall'epoca della sua
costruzione da sfondo - una cornice che racchiude - ad una serie
impressionante di vicende grandi e piccole.
A stare sul banale e in
ordine sparso: incontri casuali, soprattutto di amici e conoscenti delle
due Riviere; trattorie tipiche, con tipici piatti genovesi, come il
particolare minestrone; gite scolastiche, oggi soprattutto con meta
l'Acquario; continui lavori in corso - memorabili quelli per le
Colombiadi -; per gli automobilisti foresti frequenti errori per
indovinare le uscite, specie per quelle prossime ai parcheggi.
All'ombra
dell'arteria inizia ora l'opera di recupero - con
ristrutturazioni "alla moderna" - di Hennebique, l'ex silos granario
che, come recita un articolo
di un portale, fu "costruito nel 1901 in stile Art Déco da Giovanni
Antonio Porcheddu, utilizzando il sistema [di cemento armato] brevettato
da François Hennebique". Non sempre nelle cronache di questa vicenda
era emerso il nome di Porcheddu,
che adesso sembra ottenere un giusto riconoscimento, che dovrebbe
onorare anche gli abitanti di Bordighera e zona, dato che l'ingegnere
Porcheddu, producendo solo due esempi circa la sua discendenza, fu padre dell'artista antifascista Giuseppe e nonno del pittore Gian Antonio.
Adriano Maini